Libri


Ho paura di amarti
Olga De Luca, websterpress 2012 140 p., ill., € 9,70

in SINTESI
“Da quel momento giurai a me stesso che nessuna donna sarebbe riuscita a farmi soffrire così tanto! Se mia madre, tanto dolce e tanto amata, tradì la nostra fiducia, allora non esiste donna a questo mondo che non lo possa fare. No, Sara, non ho nessun motivo per fidarmi di una donna”. Cosa accade quando un amore viene sacrificato per la paura di amare? Quali sono i pensieri che esplodono nella mente? Per Sara, il sogno di una vita a fianco dell’uomo che ama sembra dissolversi per sempre. Talvolta, però, la capacità di saper cantare nei momenti più oscuri, può reinventare la vita e far comprendere che “amare vuol dire comunicare la propria anima e scoprire nell’altro la scintilla di Dio”.


Daniele Fasanella, l’appassionato di Dio
Olga De Luca, Editoriale Progetto 2000, Cosenza 2006 64 p., ill., € 5,00

dal PROLOGO
Il mio desiderio di scrivere su frate Daniele Fasanella non è nato in una notte; esso deriva piuttosto da molti anni di ricerca irrequieta. Ho letto, parlato, scritto sulla solitudine, sulla libertà interiore, sulla pace spirituale, ma ho lasciato che mi inibissero le mie stesse illusioni. Che cosa mi trascinava da un libro all’altro, da una ricerca all’altra, da un luogo all’altro? Che cosa mi impediva a testimoniare l’amore che nutrivo per Dio? Queste domande si affacciavano nei momenti di vuoto, sfidando il mio “io” inquieto. Forse, parlavo troppo di Dio e non con Dio. Forse, scrivevo troppo sulla preghiera e non conducevo una vita di preghiera. Forse, non avevo intravisto la “follia” di un Dio innamorato di questa sua creatura, immensamente fragile. Forse… Non era, poi, così chiaro, ma mi rendevo conto che lo avrei scoperto solo se mi lasciavo guidare da chi di Dio ne aveva fatto l’unico scopo della vita. …Ero consapevole della necessità di trovare un “appassionato” di Dio che mi conducesse per mano perché la mia fiamma prendesse consistenza.

Note biografiche
Olga De Luca, nata a Belvedere Marittimo (Cs) dove vive, è laureata in Filosofia. Studiosa di pensiero orientale, di simbolismo e di tradizioni popolari, ha profuso il suo impegno per la valorizzazione del dialetto belvederese; è socia fondatrice dell’ Associazione “Il nostro Dialetto”, ha partecipato alla compilazione del volume “Il lessico dei pescatori”. Da oltre quindici anni si occupa di teatro, prosa e poesia. È fondatrice e, attualmente, presidente del Cenacolo Culturale Francescano.


TEATRO**, Raccolta di commedie in vernacolo belvederese con glossario
Nuova Arintha Editrice, Rende (Cs) 2003 197 p., € 10,00

Dalla PREMESSA del I e II vol.
“Chjova, chjova, chjova, ca’ mamma è juta fora e tata* alla maraina…”
Se chiudo gli occhi assaporo la dolcezza di questa antica nenia che mia nonna mi sussurrava con voce cantilenante, scandendo la trama del tempo! Belvedere, la mia gente, il mio dialetto, sono entrati prepotentemente nella mia vita e mi accompagnano, ammaliando i miei pensieri. L’opera che mi accingo a pubblicare (il I volume di una Collana), interamente dialettale, è un paziente lavoro di riflessione e di indagine che la fantasia mi ha ispirato, osservando le scene della vita che mi vibra attorno e porgendo l’orecchio ai ritmi frenetici della società e della storia. Ma, perché fissarla sulla carta, in dialetto belvederese? Perché, il mio dialetto, antica lingua e frutto dell’esperienza popolare, con la sua autenticità e immediatezza, rappresenta la macchia emotiva che mi permette di penetrare in profonde esplorazioni psicologiche e di gustare il mondo dei sogni, dei ricordi, degli affetti.


TEATRO*, Raccolta di commedie in vernacolo belvederese con glossario
Nuova Arintha Editrice, Rende (Cs) 2001 174 p., € 10,00

Dalla PREMESSA del I e II vol.
“Chjova, chjova, chjova, ca’ mamma è juta fora e tata* alla maraina…”
Se chiudo gli occhi assaporo la dolcezza di questa antica nenia che mia nonna mi sussurrava con voce cantilenante, scandendo la trama del tempo! Belvedere, la mia gente, il mio dialetto, sono entrati prepotentemente nella mia vita e mi accompagnano, ammaliando i miei pensieri. L’opera che mi accingo a pubblicare (il I volume di una Collana), interamente dialettale, è un paziente lavoro di riflessione e di indagine che la fantasia mi ha ispirato, osservando le scene della vita che mi vibra attorno e porgendo l’orecchio ai ritmi frenetici della società e della storia. Ma, perché fissarla sulla carta, in dialetto belvederese? Perché, il mio dialetto, antica lingua e frutto dell’esperienza popolare, con la sua autenticità e immediatezza, rappresenta la macchia emotiva che mi permette di penetrare in profonde esplorazioni psicologiche e di gustare il mondo dei sogni, dei ricordi, degli affetti.